sabato 4 ottobre 2008

Come far passare il singhiozzo

Secondo le teorie di Nigel Mansell, per farlo passare bisogna "fargli cenno con gli abbaglianti" [Mansell 1992].

giovedì 2 ottobre 2008

Come fare per riconoscere il giusto lato di utilizzo della carta igienica


Salve, mi chiamo Antonio Giuliani, Garganauta di origini Uraniane, e sono un giovane che vuole risolvere tanti problemi.

Ho notato le varie soluzioni nella vostra Guida Rapida e ho scoperto la grande utilità sollazzandomi nella riuscita dei vostri consigli attuati. Ma c'è un dilemma che mi tortura ormai sin dal 1937 e spero che possiate dare consiglio per risolvere questo problema che sicuramente è divenuto una piaga Socio-Culturale: come si fa a riconoscere il giusto lato di utilizzo della carta igienica?
Grazie per l'attenzione.

Gentile Antonio, grazie per la lettera e per la questione postaci, di non facile soluzione. La carta igienica è un prodotto utilizzato solitamente per una sommaria igiene intima dopo la defecazione o la minzione, seguendo la definizione standard; per citare il grande ermetico Finismundi: è "la carta-culo" [Finismundi 1955].
Creata nel 1857 negli Stati Uniti da Joseph Cayetty, la carta fu subito sulla bocca di tutti, che evidentemente non avevano capito proprio bene il meccanismo. Dopo questo primo momento di incertezza, si posero però due questioni, ovvero: 1. da che lato utilizzarla; 2. perchè mai Joseph Cayetty aveva fatto stampare il suo nome su ogni foglio?
Inizialmente i consumatori decisero di utilizzarla sul nome di Joseph, perchè così pareva loro giusto. Il vecchio Donald Cayetty non resse a questo affronto e si suicidò gettandosi dalle cascate del Niagara. Era questo "l'unico scarico degno di un Cayetty", come lasciò scritto nella sua ultima lettera, raccolta dal cronista del tempo Mike Lottfield [Lottfield 1861]. Purtroppo la versione originale della lettera andò persa a causa dello stesso Lottfield, che in un momento di distrazione, vedendo quel pezzo di carta con su scritto Cayetty, se ne giovò malauguratamente.
Con l'arrivo del XX secolo la carta igienica entrò nelle case di tutto il mondo, tuttavia l'annosa questione del lato giusto non fu risolta. Diversi autori, a cavallo delle due guerre, cercarono di porvi rimedio, ad esempio possiamo segnalare LeGoff, Marchet, Takewoshi, Revolucjia, Berbudos, Rossi, Lechapelle, Fistrow, Springler, Sprangler, Sprungler, Gentilini, Rocco Ifcolds, l'immancabile De Pruus, Queansy, Richmond, Kropotkin, i fratelli Tozzi, Amuchina, Scandisk, nonchè Butterman, Boulders e Zanotto, Marja Ignatijevna Šatova, Marja Timofejevna Lebjadkin, Fëdor Fëdorovič, Julia Michailovna von Lembke, Pëtr Stepanovič Verchovenskij, Aleksej Nilič Kirillov, Nikolaj Vsevolodovič Stavrogin, ma nessuno di questi seppe dare una soluzione. Famoso a tal proposito il caso del libro "la carta igienica ed il suo optimum" del professor Stardelli, mai pubblicato e di cui lui non fece manco un accenno fino alla sua morte [Stardelli, non pervenuto]. Tuttavia, Marco Pollis, direttore della celebre Scuola di Teramo di Sociologia Intima (STeSi), pubblicò nel 1972 un editoriale sul settimanale "Modernariato intimo & igiene per tutti" che sarà in seguito noto come il manifesto della relatività igienica. Secondo Pollis, accettando che i due lati non sono uguali, non esiste un vero lato giusto della carta. La prima parte dell'editoriale si spende infatti sul descrivere la diversità delle defecazioni umane, al quale si accompagna duttilmente la diversità della carta. In parole povere, a seconda della situazione è da preferire il lato più morbido o quello più ruvido. Possiamo a questo punto citare l'esempio fatto dallo stesso Pollis in una simpatica vignetta, che diceva "se la cacca è morbida e copiosa vai di ruvido, se è secca vai di morbido, o ti piglia fuoco l'ano!" [Pollis 1972].
Infine segnaliamo le ultime teorie relativiste di Jennings, secondo il quale più che il lato della carta è fondamentale la posizione; anche se non si trova il lato giusto, afferma Jennings, la cosa importante è che la carta si trovi tra la mano ed il punto da pulire, e non dietro. Altrimenti, l'errore sarà tangibile [Jennings 1993].