giovedì 29 gennaio 2009

Come farsi offrire una cena senza offrire il dopocena


Care lettrici e cari lettori della Guida Rapida, con questo 2009 abbiamo il piacere di annunciarvi una nuova rubrica: cose di femmine. Ringraziamo dunque Rita Leblanc II, che fedelmente curerà la nostra rubrica (o per lo meno, ci ha mandato 'sto pezzo). E adesso
à vous, mesdames.

I vademecum per il perfetto primo appuntamento riempiono riviste, libri, blog e pagine on-line: consigli di ogni tipo: abito, biancheria, piatti da evitare e perfino discorsi da affrontare.
Meno facilmente si trovano i consigli su come evitare al termine della cena di dover concludere la serata con una sosta prolungata nel parcheggio o a casa. Eccovi allora delle semplici regole da seguire per evitare un incontro fisico non desiderato. Ovviamente godetevi la cena, ordinate qualunque pietanza desiderata (anzi, spesso gli uomini guardano con diffidenza le donne che apprezzano il cibo, quindi questo potrebbe indurli a desistere dal provarci).

1. Vestitevi in modo sexy e molto provocante: l'uomo tradizionalista penserà che tu non sia raccomandabile, mentre il casanova riterrà il gioco troppo facile e noioso. Attenzione! C'è anche il tipo d'uomo normale che davanti ad un vostro atteggiamento potrebbe scambiarvi per un'avventura di una notte e provarci senza troppa diplomazia. E non si tratta dell'effetto che vogliamo ottenere.

2. Esagerate pure con il bere: non c'è nulla di più sgradevole per un uomo di una ragazza ubriaca. Parlate, cantate. Siate eccentriche ed egocentriche. Non vedrà l'ora di tornare a casa da solo e voi avrete mangiato (e bevuto) a volontà!

3. Parlate delle vostre esperienze precedenti: non aumenteranno il suo interesse nei vostri confronti e potreste rivelare aspetti negativi o imbarazzanti del passato.

4. Fate un interrogatorio di terzo grado: date l'impressione di voler sapere tutto della sua vita privata.

5. Esprimetevi sul suo abbigliamento o modo di comportarsi a tavola: permettetevi pure lezioni di galateo e proponetevi per una domenica di shopping. Anche in questo caso l'effetto fuga dopo cena è assicurato.

6. Sembrate desiderose di sistemarvi: questa tecnica va utilizzata soprattutto con uomini facoltosi mettendo in pratica la tecnica che fu di Lauren Bacall (come sposare un milionario).

Immediatamente la vostra vittima tenderà per prudenza a creare distanza tra voi: distanza che non vorrà cambiare nemmeno in camera da letto.
Secondo De Gabrielis, seguendo questi punti si ha il 3,04% di possibilità di riuscire nell'intento desiderato [De Gabrielis 2005]. Va comunque fatto notare che De Gabrielis dedicò il suo scritto a quarantatré donne diverse, le quali, a quanto pare, non ne furono molto contente.

sabato 10 gennaio 2009

Come far andare giù per le tubature del wc le esternalità intestinali


Tema davvero scottante per la prima voce del 2009. Di certo è capitato a tutti di avere problemi con lo scarico del water closet, quando in questi erano presenti residuati di pasti recenti. Ecco come risolvere il problema.

Il water closet, come ricordano i già citati Boulders e Zanotto nella prefazione del celebre "Attivazione meccanica di flussi d'acqua", si scrive con la t e non con la d, chiudendo così il contenzioso del water opened aperto dalla rivista romagnola Gesundheit und Motorräder [Boulders e Zanotto 1997]. La soluzione in casi di ostruzione da merda è stata trovata da Alexander Deraux, noto pizzaiolo di Uopini, che la pubblicò sulla prestigiosa rivista Annalen der Physik il 20 gennaio 1901. Sfortunatamente, il giorno seguente Albert Einstein usò la stessa rivista per diventare famoso. Ma alla Guida Rapida non è sfuggita l'importanza dell'invenzione del Deraux, che qui riportiamo integralmente:
"Bollire acqua calda con sale grosso e uno spicchio d'aglio. Fondamentale l'aglio."

giovedì 11 dicembre 2008

Come comportarsi in ascensore


In molti ci hanno chiesto come ci si deve comportare in un ascensore per non risultare antipatici, scorbutici, indisponenti o con gravi handicap al sistema nervoso centrale. Il problema postoci non è da prendere sottogamba, sebbene sia quasi del tutto sconosciuto per gli abitanti del terzo mondo o della Lucania occidentale.


La Sociologia Condominiale è una materia relativamente recente, che nasce verso gli anni Sessanta per opera principalmente di Karl Stopper, docente universitario a Lipsia (mi sa che è tipo in Germania). Uno dei suoi primi campi di ricerca fu l'incontro ascensoriale ed i possibili disagi [Stopper 1963]. Stopper decise di studiare le dinamiche delle piattaforme elevatrici con test su centoquattordici persone diverse, più cinque scimpanzé e un testimone di Geova; lo studioso formò gruppi di due o di tre persone, mescolando i candidati. Stopper divise gli atteggiamenti in quattro grandi categorie, ovvero:
- ascensore silente morbido, in cui l'imbarazzo degli ascensoranti non fa partire nessun dialogo con forme plurisillabiche;
- ascensore silente duro, in cui il menefreghismo degli ascensoranti non fa partire nessun dialogo ma solo scrollate di spalle;
- ascensore monorelazionale, in cui a un ascensorante parlante si affianca un ascensorante annuente o menefreghista;
- ascensore bidirezionale, in cui si instaura effettivamente una relazione interpersonale di qualsiasi tipo.
Purtroppo Karl Stopper decise di studiare gli ascensori silenti duri, e per tutta la vita le sue ricerche non ebbero nulla da dire. In punto di morte, disse al prete "fa' pure il cazzo che ti pare". Fu un suo discepolo, Hans Glick, che riprese in mano le ricerche del maestro a metà degli anni ottanta. Analizzando le vecchie registrazioni, Glick ridiede vita alla Sociologia Condominiale. Pubblicò subito due articoli: nel primo evidenziava come quando due scimpanzè sono lasciati da soli in un ascensore, questi cominciano spontaneamente a parlare della crisi economica del '29, adducendo probabilmente più colpe del dovuto al 31esimo presidente americano Herbert Hoover; nel secondo articolo trovò la legge fondamentale della fuga da smaronamento, ovvero Geova = Bestemmione + Scale [Glick 1984]. Entrambi gli articoli furono pubblicati sulla celebre rivista Schwanz, Titten und Stadtmobiliar. Ma l'analisi di Glick va ben oltre il mero documentarismo. Lo studioso infatti pochi anni dopo decide di pubblicare un manuale, l'unico tutt'oggi disponibile, di Comportamento Ideale su Piattaforme Elevatrici. In breve, Glick suggerisce, in 648 pagine, di non emettere peti, non sputare, non fissare il compagno di viaggio con disgusto mettendosi contemporaneamente le mani nelle mutande per poi tirar fuori mezzo hot dog della cena precendete, ricordarsi di nuovo di non emettere peti, non pulire o caricare o anche solo togliere la sicura della vostra arma da fuoco, non tagliarsi le unghie dei piedi, non emettere peti neanche tossendo, evitare di rimanere nudi, non masturbarsi (neanche girati verso la parete), non tossire sangue sulle scarpe altrui, evitare scherzi da claustrofobico, non partorire, non gettare oggetti dal finestrino [Glick 1987].
Detto questo, la Guida si riserva di consigliarvi un approccio molto semplice: portate sempre con voi una bustina di sale da cucina in tasca, da proporre a un compagno di ascensore chiedendo semplicemente "sale?". Ettore Andenna ha trovato moglie e fil rouge, così.

domenica 7 dicembre 2008

Come utilizzare un cucchiaio di legno forato al centro


Salve, mi chiamo Martina e sono stata indirizzata alla vostra praticissima guida dal Garganauta uraniano che risponde al nome di Antonio Giuliani. Mi chiedevo giusto verso l’ora di cena come poter utilizzare al meglio il mestolo bucato che trovate in allegato. Sono certa che troverete la sua funzione più consona. Grazie per l’attenzione. [2 ottobre 2008]

Cara Martina, come vedi la Guida Rapida ha risposto subito all'annosa questione da te postaci. Abbiamo studiato a fondo lo strumento indicato (che il diavolo se lo porti!) ed ecco cosa abbiamo trovato. Ne approfittiamo per ringraziare in specialmodo l'archivio storico di Bratislava (TO).
Dando una veloce lettura all'opera di Piotr Pastarius Etfajoli, storico ottocentesco di chiare origini scozzesi, si scopre che il cucchiaio raggiunse l'Europa verso il XVI secolo, epoca di grandi bisticci religiosi [Pastarius Etfajoli 1866]. Come confermano altri autori, il cucchiaio divenne l'arma principe della Controriforma, in special modo nelle mani dei prelati tutori; dopo i primi incidenti che ne inificiavano l'uso, a partire dal quarto-sesto del Cinque-cento si cominciò a utilizzare cucchiai di legno (al posto dei cucchiai a cristalli liquidi utilizzati precedentemente), che rendevano lividi molto più gradevoli alla vista sugli arti dei giovani scolari [Sailor Jupiter 1958 e Sailor Mars 1963].
Nel XIX secolo, grazie al progesso tecnico a seguito della rivoluzione industriale, si moltiplicano le variazioni sul tema del cucchiaio. In uno scritto del 1875, Michele Gorghi narra delle vicende di Girolamo Schiumarola, personaggio realmente esistito, che a metà dell'Ottocento vagava per la penisola italiana proclamando l'amore libero e l'uso del mestolo bucato [Gorghi 1875]. Il mestolo bucato, che prese poi il nome di Schiumarola in onore al suo ideatore, era nato per schiacciare le mosche in cucina, ma poi divenne molto utile anche per raccogliere pezzi di cibo in brodo facendo scolare il residuato proteico, oppure nel reparto friggitoria, in versione metallica, per far scendere l'olio. La Schiumarola è anche riportata nel già pluricitato "Moderne prosopografie culinarie" del De Pruus [De Pruus 1934]. Naturalmente la Schiumarola era un cucchiaio con numerosi fori di piccole dimensioni. Per arrivare all'idiozia di un cucchiaio di legno con un grosso foro al centro, bisogna aspettare il postmodernismo. I recenti studi di Fleckers dimostrano come un cucchiaio con un grosso foro al centro sia, per dirla con le parole dell'autore, "totally useless" [Fleckers 1997]. Tuttavia, per non darvi solo cattive notizie, tipo "se lo gettate fate la meglio cosa", noi della Guida Rapida ci proponiamo di trovare utilità in quell'aborto di strumento; ci scusiamo con gli omissis, a cui siamo costretti dal Ministero dei Rapporti con Dio.
  • potreste, ad esempio, utilizzarlo nei tempi morti tipici della cucina, magari aspettando che il riso sia cotto, per infilare il ---- del tuo partner nel ------ grazie al ----- del suo buco già ------ per circa 8 minuti, con uno sbattitore; questo faciliterebbe il ------ del ------ dopo che tu da sopra -------- con la tua ------ completamente -------- per finire con un ------- aggiungendo sale e pepe q.b.;
  • oppure potreste affiancare il buco del mestolo al tacchino da riempire, inserendo l'imbuto nel buco del cucchiaio e poi nel buco del tacchino, in modo tale da mantenere una mano occupata per non ricadere nella trappola del dito nel naso, che in cucina è poco elegante, come ricorda il pupazzo Uan (ex Bim Bum Bam, ora consulente fianziario per la Deutsche Bank ed editorialista dell'Osservatore Romano).

sabato 4 ottobre 2008

Come far passare il singhiozzo

Secondo le teorie di Nigel Mansell, per farlo passare bisogna "fargli cenno con gli abbaglianti" [Mansell 1992].

giovedì 2 ottobre 2008

Come fare per riconoscere il giusto lato di utilizzo della carta igienica


Salve, mi chiamo Antonio Giuliani, Garganauta di origini Uraniane, e sono un giovane che vuole risolvere tanti problemi.

Ho notato le varie soluzioni nella vostra Guida Rapida e ho scoperto la grande utilità sollazzandomi nella riuscita dei vostri consigli attuati. Ma c'è un dilemma che mi tortura ormai sin dal 1937 e spero che possiate dare consiglio per risolvere questo problema che sicuramente è divenuto una piaga Socio-Culturale: come si fa a riconoscere il giusto lato di utilizzo della carta igienica?
Grazie per l'attenzione.

Gentile Antonio, grazie per la lettera e per la questione postaci, di non facile soluzione. La carta igienica è un prodotto utilizzato solitamente per una sommaria igiene intima dopo la defecazione o la minzione, seguendo la definizione standard; per citare il grande ermetico Finismundi: è "la carta-culo" [Finismundi 1955].
Creata nel 1857 negli Stati Uniti da Joseph Cayetty, la carta fu subito sulla bocca di tutti, che evidentemente non avevano capito proprio bene il meccanismo. Dopo questo primo momento di incertezza, si posero però due questioni, ovvero: 1. da che lato utilizzarla; 2. perchè mai Joseph Cayetty aveva fatto stampare il suo nome su ogni foglio?
Inizialmente i consumatori decisero di utilizzarla sul nome di Joseph, perchè così pareva loro giusto. Il vecchio Donald Cayetty non resse a questo affronto e si suicidò gettandosi dalle cascate del Niagara. Era questo "l'unico scarico degno di un Cayetty", come lasciò scritto nella sua ultima lettera, raccolta dal cronista del tempo Mike Lottfield [Lottfield 1861]. Purtroppo la versione originale della lettera andò persa a causa dello stesso Lottfield, che in un momento di distrazione, vedendo quel pezzo di carta con su scritto Cayetty, se ne giovò malauguratamente.
Con l'arrivo del XX secolo la carta igienica entrò nelle case di tutto il mondo, tuttavia l'annosa questione del lato giusto non fu risolta. Diversi autori, a cavallo delle due guerre, cercarono di porvi rimedio, ad esempio possiamo segnalare LeGoff, Marchet, Takewoshi, Revolucjia, Berbudos, Rossi, Lechapelle, Fistrow, Springler, Sprangler, Sprungler, Gentilini, Rocco Ifcolds, l'immancabile De Pruus, Queansy, Richmond, Kropotkin, i fratelli Tozzi, Amuchina, Scandisk, nonchè Butterman, Boulders e Zanotto, Marja Ignatijevna Šatova, Marja Timofejevna Lebjadkin, Fëdor Fëdorovič, Julia Michailovna von Lembke, Pëtr Stepanovič Verchovenskij, Aleksej Nilič Kirillov, Nikolaj Vsevolodovič Stavrogin, ma nessuno di questi seppe dare una soluzione. Famoso a tal proposito il caso del libro "la carta igienica ed il suo optimum" del professor Stardelli, mai pubblicato e di cui lui non fece manco un accenno fino alla sua morte [Stardelli, non pervenuto]. Tuttavia, Marco Pollis, direttore della celebre Scuola di Teramo di Sociologia Intima (STeSi), pubblicò nel 1972 un editoriale sul settimanale "Modernariato intimo & igiene per tutti" che sarà in seguito noto come il manifesto della relatività igienica. Secondo Pollis, accettando che i due lati non sono uguali, non esiste un vero lato giusto della carta. La prima parte dell'editoriale si spende infatti sul descrivere la diversità delle defecazioni umane, al quale si accompagna duttilmente la diversità della carta. In parole povere, a seconda della situazione è da preferire il lato più morbido o quello più ruvido. Possiamo a questo punto citare l'esempio fatto dallo stesso Pollis in una simpatica vignetta, che diceva "se la cacca è morbida e copiosa vai di ruvido, se è secca vai di morbido, o ti piglia fuoco l'ano!" [Pollis 1972].
Infine segnaliamo le ultime teorie relativiste di Jennings, secondo il quale più che il lato della carta è fondamentale la posizione; anche se non si trova il lato giusto, afferma Jennings, la cosa importante è che la carta si trovi tra la mano ed il punto da pulire, e non dietro. Altrimenti, l'errore sarà tangibile [Jennings 1993].

giovedì 18 settembre 2008

Come far innervosire la gente in coda agli uffici postali


Gianni Baruffa, noto rissaiolo della regione separatista della Pomezia del Sud, inoltra una singolare richiesta, ovvero come far innervosire la gente in coda agli uffici postali; sembra proprio che Gianni non abbia proprio nulla da fare, ma noi diamo comunque adito alle sue stronzate.


L'arte di infastidire la gente in fila è un'arte molto antica, che ultimamente sta tornando di moda grazie alla nuova politica editoriale del settimanale Topolino. Nel saggio "la fila che non fila", Baldràc de la Marchégalle riporta un suo celebre esperimento fatto nel 1963. Baldràc chiese a tre giovani donne di inserire in un archivio le carte che avevano davanti. I tre archivi erano identici e anche l'ammontare di carte. Sulle tre postazioni c'erano tre cartelli differenti, che segnavano "posta", "banca" e "lettere dell'amante mentre senti da lontano il rumore delle chiavi di tuo marito che stanno girando lentamente ed inesorabilmente nella serratura della porta della vostra casa che lui crede inviolata così come credeva fosse inviolata sua moglie, per non parlare poi di quando prima del matrimonio gli dicesti che a volte le donne sono fatte già così un po' sbudellate non c'era motivo di pensare che tu non fossi vergine". Cambiando le donne nelle varie postazioni, Baldràc de la Marchégalle si rese conto che una forza misteriosa rallentava incredibilmente la velocità della donna che si trovava nella posizione "posta". Chiamò allora "sindrome del fattapposta", questo singolare disturbo. Curiosamente, ripetendo l'esperimento, Baldràc trovò una percentuale di donne che rallentavano volontariamente l'archiviazione delle lettere dell'amante, permettendo allo studioso di rilevare un'altro disturbo della psiche femminile, ovvero la "zoccolagenìa manifesta di tipo 2". Secondo lo studioso questa psicosi colpisce il 43% della popolazione femminile tra i 15 ed i 60 anni [Baldràc de la Marchégalle 1965]. Molti autori ed artisti hanno dunque potuto profittare dell'ineluttabilità di tale fenomeno. Per rispondere direttamente al nostro Gianni Baruffa, è utile chiamare in causa i lavori del celebre boss-poeta Don Ciccio Polisano. Secondo Don Ciccio esistono tre metodi per infastidire la gente in fila alle poste, ovvero:
a. Metodo "here-there", che si attua entrando insieme alla vittima designata per poi dire "io sto subito dopo il signore (due posizioni più avanti, ndA)";
b. Metodo "fucked-to-move" [una curiosità: probabilmente il nome deriva dall'inglesizzazione del tipico "fottiti a muovere", termine tecnico nella psicologia sociale della celebre Scuola di Boston], che consiste nel pronunciare a chiare lettere l'indiscutibile frase "scusatemi ma ho fretta".
c. Metodo "just-a-minutino", che si esplica raggiungendo subito il banco e dicendo all'estenuato che ha appena terminato la fila: "devo chiedere solo un'informazione". Quest'ultima tecnica è la più appagante ma anche la più rischiosa, soprattutto nei periodi estivi ed in special modo nelle regioni più meridionali (di qualsiasi paese), dove i casi di linciaggio documentati non sono stati pochi [Polisano 1996].
La diffusione di tali tecniche, soprattutto nell'area mediterranea e nel delta del Mekong, ha portato anche ad una seguente diffidenza in tutti gli uffici postali. Ricordiamo a tal proposito il famoso caso del signor E. documentato da Jurgen Pilau nel suo bestseller scientifico "il famoso caso del signor E. ed altri racconti"; ecco il passo della registrazione da lui riportata "[...] ero in fila già da venti... venticinque minuti... insomma, solo per pagare un bollettino. Ero molto nervoso quella mattina, perchè non toccava neanche a me, sapete.. Sì, sì scusi. Allora, arriva questa signora, sui trent'anni, grassa, sudata. Faceva un gran caldo. Mi dice che deve passare avanti perchè è all'ottavo mese di gravidanza. Certo, faccio io, bell'affare. Non è la prima volta che provano a fregarmi il posto così. Lei comincia a strillare, fa un casino, io faccio finta di niente. Che lurida troia. Poi ha cominciato a perdere liquidi, ma io insomma, ormai non potevo più tirarmi indietro, poi ne mancavano solo quattro.. Ieri mi è arrivata a casa la multa per omissione di ostetricio." [Pilau 2002]