martedì 16 settembre 2008

Come guardare negli occhi una persona strabica


Joshua Three da Viggianello (PZ) ci chiede senza fronzoli come si può fare per guardare negli occhi una persona strabica senza commettere grossolani errori.


Nelle memorie di Gualtiero Malacapa, ritroviamo il celebre passo "Cuando fu che lo prete m'aspettea pe' lo gran ritardone, ch'io capoccia avea commensurato in tanto che abbastava pe' fa' lo sì che me menassero cu la vanga, tosto correo pe' lo corridoro, che tal lo nomano all'uopo de moverse celeri. Lo prete di suo la patientia l'avea perduta, et cu le mani insù pe' le reni ritto stava a la porta, et dissemi tutt'un foco "codesta ora paretti bòna, tristo sputazzo malecavato da lo sacro foro peccatore?". Lo gran problema fu ch'io, dimentico de la confusiona ch'intortava l'occhi de lo curato, me voltai a cercar lo diavolo che dovea gardare lo pretaccio. Non acchiandovi niuno, tosto capii che lo cul mio assicuravasi lo sconcuasso..." [Malacapa 1339]. L'imbarazzo dell'incomprensione di uno sguardo strabico è cosa recente. La dottrina cristiana infatti, sempre ben aggiornata sui progressi scientifici, ha sempre sostenuto che lo strabismo colpisce i bambini che giocano a fare "gli occhi storti", suscitando le ire dei soliti angeli suscettibili [La Bibbia 1924]. A questa consuetudine si deve la sottovalutazione del problema, nonchè poi la conseguente emarginazione degli strabici. Le nuove ricerche dello psicologo sociale Arthur Stepperman, che prese a cura il problema quando la sua fidanzata lo lasciò perchè, a suo dire, guardava sempre altrove quando lei voleva fargli un discorso serio, portarono ad un diverso approccio al problema. Per Stepperman il modo migliore di guardare uno strabico è fare lo strabico [Stepperman 1959]. Questo metodo s'è poi però dimostrato essere utile solo al vero strabico. D'altra parte, quando Stepperman andò sulla copertina del Science and Pullover Magazine [n.14, anno XXIV, 1964], tutti si resero conto dello strabismo divergente dello scienziato. Poche settimane dopo, Jonathan Panuozzo, nel suo articolo "quante persone hanno girato il n.14 di Science and Pullover cercando di capire dove cavolo guardava Stepperman", indicava con certezza che il metodo migliore per colloquiare con uno strabico era di fissarlo tra le sopracciglia [Panuozzo 1964]. Dopo le critiche della comunità scientifica internazionale, che vedevano questo metodo come troppo "impersonale", Panuozzo rispose proponendo allora di guardare sempre trasognati verso l'orizzonte, per dare prova di sensibilità [Panuozzo 1968]. Alle successive critiche di ipocrisia, Panuozzo non resse, e si suicidò con un cocktail letale di barbiturici e zigulì alla fragola. Negli ultimi anni si sono affermate le tecniche "Search and fix", che prevede una decisione arbitraria di un occhio da fissare, e "Sunglasses", che indica di portare sempre nella giacca un paio di occhiali da sole. Infine segnaliamo Brezgoff, che consiglia sempre, anche nell'incertezza, di non girarsi mai a cercare un soggetto dello sguardo strabico, neanche quando è lo stesso interlocutore a chiederlo, adducendo come scusa un tipico "non mi fido di te" [Brezgoff 1993].

2 commenti:

ablar ha detto...

ah!
panuozzo però, ha il suo perchè!
per non parlare del tag: science and pullover!

Dr. Cronopio ha detto...

Speriamo di attirare molti lettori con quel tag. Intanto vorrei tranquillizzarLa poichè un'équipe di esperti sta studiando il problema degli stipendi arretrati da Lei gentilmente postoci.